Un ricettario per piatti tipici a base di miele Dop della Lunigiana. La valorizzazione del primo miele con la Denominazione di Origine Protetta passerà dunque attraverso la cucina e l'abbinamento con i piatti tipici della valle lunigianese.
Non sarà ora impossibile assaporare il prezioso nettare delle api lunigianesi assieme al delicato agnello di Zeri o al lardo di Colonnata perché a breve agriturismi, ristoranti, alberghi ed operatori turistici in genere offriranno menu autoctoni.
A questo ricettario, sta lavorando l'agronomo della Coldiretti di Massa-Carrara, Stefano Olivi che, assieme a diversi cuochi e gourmet lunigianesi, sta studiano ricette uniche dove il miele Dop di Lunigiana sia l'ingrediente principale.
In Lunigiana sono ben 46 i produttori di questo pregiato nettare griffato con la Dop. 3.277 le arnie attive che garantiscono una produzione annua di oltre 83.000 chili.
Di questi, secondo i dati della Coldiretti, 49.370 kg sono di acacia (dei quali 22.850 biologico) e 32.935 kg di castagno (di cui 15.040 bio). Un settore importante che ha un anello debole: la commercializzazione.
«Uno dei problemi da affrontare al più presto - conferma Fausto Vasini, responsabile lunigianese della Coldiretti -
è legato ai punti vendita». Vasini conclude: «Mancano punti di distribuzione e questo è spesso un disincentivo per produttori e giovani che vogliono investire. E' un controsenso, ma il miele Dop della Lunigiana si trova in tutta Italia ma non nella nostra valle».