La Sardegna non vuole le centrali nucleari a dirlo è il preseidente della regione Cappellacci:
"La Sardegna non vuole le centrali nucleari. E’ una scelta consapevole, fondata su motivazioni forti e profonde, non certo sull’emozione suscitata dagli eventi avvenuti in Giappone. La nostra Isola ha imboccato con decisione un’altra strada: quella della green economy, delle energie rinnovabili, di un modello di sviluppo compatibile con il nostro patrimonio ambientale e paesaggistico"
La Sardegna non vuole le centrali nucleari. E’ una scelta consapevole, fondata su motivazioni forti e profonde, non certo sull’emozione suscitata dagli eventi avvenuti in Giappone. La nostra Isola ha imboccato con decisione un’altra strada: quella della green economy, delle energie rinnovabili, di un modello di sviluppo compatibile con il nostro patrimonio ambientale e paesaggistico. Inoltre, la Sardegna ha già pagato un forte tributo alla ragion di Stato, sacrificando ad essa alcuni dei suoi angoli più suggestivi. Abbiamo già dato e non intendiamo sopportare ulteriori privazioni. Anzi, poiché sono mutate le condizioni che in passato hanno permesso di far gravare (rpt gravare) sulla nostra terra servitù militari e pesi di altro tipo, la Sardegna chiede un ridimensionamento delle stesse. In terzo luogo non è accettabile che col pretesto di una presunta maggiore sicurezza, si pensi di rifilare ad altri le centrali nucleari. L’unica sicurezza che verrebbe maggiormente garantita in questo modo, infatti, sarebbe quella di chi si trova dall’altra parte del mare. La professoressa Hack - ha concluso Cappellacci - potrà spendere le sue argomentazioni scientifiche con i suoi vicini di casa. In Sardegna abbiamo già scelto.
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