A 116 chilometri da Roma e 114 da Napoli si trova Sperlonga. Non ragionava in chilometri l'imperatore romano Tiberio, ma certamente tra le valutazioni fatte al momento di scegliere quel piccolo pezzo di paradiso per impiantarvi il suo buen retiro l'equidistanza tra il Campidoglio e il golfo di Napoli deve aver avuto la sua importanza. Duemila anni fa la collocazione logistica e ambientale era stata determinante.
Oggi gli amministratori locali, gli imprenditori, i politici non sanno scegliere in modo chiaro. Eppure basterebbe seguire l'esempio dell'imperatore romano, e puntare tutto su quei due elementi-chiave. Altro che marketing, altro che paroloni altisonanti di marca anglosassone. Sarebbe meglio che tornassimo a parlare in latino.
Sperlonga è uno degli otto Borghi più belli d'Italia. Arroccato a 65 metri dal livello del mare, tra case bianche, archetti e viuzze strette, scalette e gradinate, panorami mozzafiato, persiane azzurre, ringhiere di ferro e botteghe artigianali. In cima c'è la famosa "Piazzetta",da cui si parte verso la discesa della Riviera di Levante. Venti minuti a camminare sul bagnasciuga ed eccoci immersi in un posto incantevole.
E' qui, infatti, che si trova la Grotta di Tiberio, secondo imperatore romano discendente della gens Claudia, che governò Roma e il suo impero dal 37 al 14 ac. Una scenografia emozionante da guardare e osservare, a metà tra mitologia e storiografia romana. Un sito archeologico di inestimabile valore, scoperto solamente cinquanta anni fa durante i lavori di spostamento della via Flacca. Duemila anni di storia rinvenuti alla luce nella seconda metà degli anni Cinquanta.
All'epoca vennero alla luce non solo i ruderi della villa, ma anche oltre 10.000 frammenti marmorei di grandiose sculture ellenistiche di fine del II sec. a.C. che rappresentano soggetti omerici, con particolare riferimento al mito di Ulisse. Sul luogo è sorto il Museo Archeologico Nazionale, inaugurato nel 1963, che ospita i numerosi reperti e le ricostruzioni dei monumentali gruppi statuari, in origine collocati nella grotta.
La Grotta di Tiberio è costituita da un'ampia e profonda cavità naturale che si trova alla base del monte Ciannito, all'estremità orientale della "Spiaggia dell'Angolo". Ninfeo di una villa imperiale chiamata da Svetonio Spelunca nella sua biografia di Tiberio e di cui rimangono ricche vestigia che si estendeva per trecento metri di lato, lungo la spiaggia, e comprendeva acquartieramenti per la truppa, la residenza imperiale vera e propria, impianto termale, piscine antistanti la grotta, destinate probabilmente all'itticoltura.
Fu abbandonata nel 26 d.C., probabilmente per via di un'alluvione che ne compromise la stabilità, inducendo poi Tiberio a trasferirsi a Capri. Nel Museo sono ospitati numerosi altri reperti, in massima parte scultorei (maschere teatrali, statue di putti e di fanciulla, immagini di divinità, ritratti di personaggi imperiali, ecc.), riferibili all'apparato decorativo della villa, mentre alcune vetrine espongono ritrovamenti minuti, come oggetti di bronzo e di pasta vitrea, frammenti di vasi attici a figure rosse, terrecotte, suppellettili in ceramica.
Esso è annesso all'area della Villa, concepito proprio per ospitare i reperti scultorei, oltre ai suppellettili e ad altri pregevoli manufatti appartenenti all'apparato ornamentale della villa, che documentano la vita del complesso fino all'inizio del I secolo. Un posto stupefacente e iconografico, allo stesso tempo, assolutamente da visitare, ma misconosciuto alla stragrande maggioranza dei turisti.
Sperlonga non ha bisogno di un martellante battage pubblicitario, va da sé, ma il Museo merita attenzione per i suoi "gioielli" imperiali, esposti dalle 9 del mattino fino al tramonto.
E se poi il biglietto per visitarlo costa solo 2 euro, vale la pena.
Oggi gli amministratori locali, gli imprenditori, i politici non sanno scegliere in modo chiaro. Eppure basterebbe seguire l'esempio dell'imperatore romano, e puntare tutto su quei due elementi-chiave. Altro che marketing, altro che paroloni altisonanti di marca anglosassone. Sarebbe meglio che tornassimo a parlare in latino.
Sperlonga è uno degli otto Borghi più belli d'Italia. Arroccato a 65 metri dal livello del mare, tra case bianche, archetti e viuzze strette, scalette e gradinate, panorami mozzafiato, persiane azzurre, ringhiere di ferro e botteghe artigianali. In cima c'è la famosa "Piazzetta",da cui si parte verso la discesa della Riviera di Levante. Venti minuti a camminare sul bagnasciuga ed eccoci immersi in un posto incantevole.
E' qui, infatti, che si trova la Grotta di Tiberio, secondo imperatore romano discendente della gens Claudia, che governò Roma e il suo impero dal 37 al 14 ac. Una scenografia emozionante da guardare e osservare, a metà tra mitologia e storiografia romana. Un sito archeologico di inestimabile valore, scoperto solamente cinquanta anni fa durante i lavori di spostamento della via Flacca. Duemila anni di storia rinvenuti alla luce nella seconda metà degli anni Cinquanta.
All'epoca vennero alla luce non solo i ruderi della villa, ma anche oltre 10.000 frammenti marmorei di grandiose sculture ellenistiche di fine del II sec. a.C. che rappresentano soggetti omerici, con particolare riferimento al mito di Ulisse. Sul luogo è sorto il Museo Archeologico Nazionale, inaugurato nel 1963, che ospita i numerosi reperti e le ricostruzioni dei monumentali gruppi statuari, in origine collocati nella grotta.
La Grotta di Tiberio è costituita da un'ampia e profonda cavità naturale che si trova alla base del monte Ciannito, all'estremità orientale della "Spiaggia dell'Angolo". Ninfeo di una villa imperiale chiamata da Svetonio Spelunca nella sua biografia di Tiberio e di cui rimangono ricche vestigia che si estendeva per trecento metri di lato, lungo la spiaggia, e comprendeva acquartieramenti per la truppa, la residenza imperiale vera e propria, impianto termale, piscine antistanti la grotta, destinate probabilmente all'itticoltura.
Fu abbandonata nel 26 d.C., probabilmente per via di un'alluvione che ne compromise la stabilità, inducendo poi Tiberio a trasferirsi a Capri. Nel Museo sono ospitati numerosi altri reperti, in massima parte scultorei (maschere teatrali, statue di putti e di fanciulla, immagini di divinità, ritratti di personaggi imperiali, ecc.), riferibili all'apparato decorativo della villa, mentre alcune vetrine espongono ritrovamenti minuti, come oggetti di bronzo e di pasta vitrea, frammenti di vasi attici a figure rosse, terrecotte, suppellettili in ceramica.
Esso è annesso all'area della Villa, concepito proprio per ospitare i reperti scultorei, oltre ai suppellettili e ad altri pregevoli manufatti appartenenti all'apparato ornamentale della villa, che documentano la vita del complesso fino all'inizio del I secolo. Un posto stupefacente e iconografico, allo stesso tempo, assolutamente da visitare, ma misconosciuto alla stragrande maggioranza dei turisti.
Sperlonga non ha bisogno di un martellante battage pubblicitario, va da sé, ma il Museo merita attenzione per i suoi "gioielli" imperiali, esposti dalle 9 del mattino fino al tramonto.
E se poi il biglietto per visitarlo costa solo 2 euro, vale la pena.